INCHIESTA "IL BOTTO", LE ANALOGIE CON LE TRUFFE DELLA CAMORRA IN VERSILIA analisi di Francesco Sinatti





L'elicottero vola basso alle prime luci dell'alba, i vetri vibrano forte nel telaio delle finestre, è appena passato radente al tetto del mio palazzo.
La mattinata del 28 gennaio 2019 comincia con un operazione congiunta polizia carabinieri (coordinati dalla procura di Massa) che stanno eseguendo arresti nell'ambito dell'operazione "il botto" per sgominare due associazioni dedite alla truffa alle assicurazioni mediante falsi incidenti.
Gli arrestati (fra domiciliari e custodia in carcere) alla fine risulteranno 17, ma i soggetti interessati alla vicenda sono 130 per 159 capi d'imputazione, coinvolti medici, avvocati e soggetti compiacenti per simulare "finti" incidenti da risarcire truffando le assicurazioni.
La questione della frode alle assicurazioni è un "classico" del crimine per truffa, ma quello che desta un certo "stupore" è la filiera di professionalità che vi partecipano a vario titolo: dal vigile urbano ai diversi medici interessati per specialità, avvocati consulenti e vittime compiacenti. Più che associazioni per delinquere si possono definire vere e proprie filiere dedite alla truffa.
Sarà un caso? Centinaia di persone coinvolte, per favorire chi? Chi beneficia dei proventi di un attività truffaldina che, a ben vedere, ha le caratteristiche della catena di montaggio industriale, più che dell'illecito occasionale?
Certo è quanto meno sospetto che proprio il 23 gennaio 2019 per la penna di L. Tassinari riporti: "Truffe alle assicurazioni e Camorra, chiuse le indagini preliminari: domani, 24 gennaio, è stata fissata l’udienza davanti al Gup, che dovrà decidere per il rinvio a giudizio, o il proscioglimenti dei vari indagati", in breve 4 giorni prima, si apprende dalla testata Versilia Today che una vicenda simile aveva visto la questura di Firenze (su richiesta della DDA di Firenze, i fatti risalgono alla primavera 2016) eseguire le misure cautelari in carcere per cinque soggetti appartenenti ad un sodalizio campano operante in Versilia dedito al truffe in danno alle assicurazioni.
Incredibile coincidenza? Misteriosi incroci del fato? O qualcosa di più simile a delle contiguità ci svelano che solo qualche giorno fa sono andati a giudizio:
"...Salvatore Mundo, detto o’ mister, già in carcere a Parma per estorsione in Versilia, Gianluca De Chiara e Marino Cesario, catturati a Caserta, e i titolari della carrozzeria Stadio di Camaiore, Aldo e Sandro Castoro, finiti ai domiciliari ... Erano state inoltre deferite, in stato di libertà, altre 64 persone che, reclutate dietro compenso, si erano rese disponibili a ricoprire una parte di “attori” dei falsi sinistri stradali, nonché due legali, gli avvocati di Viareggio" (Versilia Today L. Tassinari)
Ma come se non ce ne fosse già abbastanza, dalla cronaca della vicenda salta fuori, incredibile a dirsi, proprio il coinvolgimento di una carrozzeria massese che svolgeva "un ruolo di particolare rilievo nella predisposizione delle artificiose pratiche assicurative volte alla richiesta risarcitoria". Cioè a dire che proprio a Massa si svolgevano le tecnicalità per mettere amministrativamente in atto la truffa.
Tuttavia la faccenda si fa più complicata quando apprendiamo dalla cronaca della vicenda che le indagini: ".. condotte dalla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Firenze .. sviluppatesi nel territorio toscano e, in particolare, nel comprensorio della Versilia, avevano rivelato – come aveva spiegato il procuratore Creazzo – come gli affiliati al “clan dei casalesi”, al fine d'incamerare somme di denaro destinate alle casse del clan, si fossero dedicati ad altre attività più remunerative, tra cui le truffe in danno delle compagnie assicurative mediante falsi sinistri stradali.
Le risultanze investigative avevano quindi consentito di ricostruire la struttura verticistica dell’organizzazione criminale dedita alle truffe in danno delle compagnie assicurative, la complessa e articolata organizzazione dei falsi sinistri, i ruoli degli associati, nonché il linguaggio convenzionale utilizzato per concordare le modalità da seguire..
Il procedimento fu originato da uno stralcio dell’ indagine condotta dalle Squadre Mobili delle Questure di Firenze e Caserta nell’ambito del procedimento penale istituito presso la Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, nei confronti di numerosi soggetti affiliati al clan camorrista dei casalesi, riconducibile alle famiglie Schiavone, Iovine e Russo." (Versilia Today L. Tassinari)
L'inchiesta massese sembra avere più di un analogia con quanto accaduto nell'aprile del 2016 a Viareggio e d'intorni, vieppiù allarmante che, quanto appena descritto sia stato riproposto con metodi, organizzazione e filiere che hanno come matrice lo stesso modus operandi.
A buon intenditor poche parole ..


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