Una breve ed amara riflessione dell'avv. Edoardo Burelli

Iniziare un percorso non è mai cosa semplice, sopratutto quando si prendono le moderne carta e penna per scrivere una breve riflessione.
Di solito si comincia con un ringraziamento, e verrebbe naturale rivolgerlo al Presidente Calleri, ma in realtà vorrei rivolgerlo a chi, sedendo nelle istituzioni, ha stimolato questo pensiero.
Da Avvocato penalista dovrei essere sempre pronto ad accogliere ogni ampliamento delle libertà del reo come una vittoria, ma da cittadino non posso che restare allibito dinnanzi ad una legislazione spesso frenetica ed apparentemente confusionaria.
Noi italiani abbiamo assistito inermi prima al superamento dell'ergastolo ostativo per la concessione di permessi premio e poi ad una vigorosa (ed invasiva) riforma delle intercettazioni approvata a colpi di fiducia. Quando pensavamo che avessimo ormai passato anche il momento "buio" dell'allungamento dei termini di prescrizione, è giunta la catastrofe sanitaria (e giuridica) di Covid-19 che, in barba alla sistematica codicistica, ha approntato modifiche al regime carcerario nel decreto ECONOMICO Cura Italia. Si, in coda al decreto economico, come fosse un'addenda. E in questo climax di emozioni giuridiche e di affannose rincorse alla decodificazione dei testi pubblicati in gazzetta, giunge come un fulmine a ciel sereno la notizia della scarcerazione di boss al 41/bis.
E' questo, in definitiva, quel che ci aspettiamo da uno Stato di Diritto?

Avv. Edoardo Burelli (uff. Pres. Fond. Caponnetto)

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