IL CASO BONAFEDE - BASENTINI Interrogazione sen. Giarrusso

IL CASO BONAFEDE - BASENTINI
LA NUOVA TRATTATIVA

Questo è il testo della mia interrogazione con cui chiedo al Ministero della giustizia di rispondere su quanto accaduto.

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Sindisp/0/1153483/index.html

Atto n. 4-03566

Pubblicato il 28 maggio 2020, nella seduta n. 223

GIARRUSSO - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che a quanto risulta all'interrogante:
pochi mesi fa si era dimesso il dottor Andrea Nocera, capo dell'ufficio Ispettorato del Ministero della giustizia, travolto da una indagine per corruzione avviata dalla Procura di Napoli;
successivamente, vi sono state le dimissioni del dottor Francesco Basentini, direttore del DAP;
a seguire si è dimesso il dottor Fulvio Baldi, capo di Gabinetto del Ministro della giustizia;
ed infine si è dimesso il dottor Giulio Romano, direttore generale della Direzione dei detenuti e del trattamento;
secondo quanto riportato dalla stampa, tranne le prime dimissioni causate dal coinvolgimento nell'indagine penale, le altre sarebbero collegate, da un lato alle cosiddette intercettazioni Palamara e dall'altro alle scarcerazioni di quasi 500 mafiosi, tra cui pericolosi boss ristretti al 41-bis, quali Pasquale Zagaria;
risulterebbe inoltre che, i magistrati che stanno indagando sulle rivolte scoppiate in contemporanea in numerose carceri, causando 13 morti e innumerevoli feriti, danni per decine di milioni di euro e l'evasione di circa 70 detenuti, avrebbero acquisito un "papello" di 8 punti redatto ai primi di marzo nel carcere di Salerno e contenente una serie di richieste dei rivoltosi;
alcune delle richieste dei rivoltosi sembrerebbero essere confluite nella successiva circolare del DAP del 21 marzo 2020, che porterà alla scarcerazione di quasi 500 mafiosi;
da quanto riportato dall'articolo dalla testata giornalistica on line "Juorno" il 19 maggio 2020, Francesco Basentini avrebbe incontrato presso il penitenziario in cui è detenuto, Michele Zagaria, fratello di Pasquale Zagaria e figura apicale del clan dei Casalesi, accompagnato dal direttore del carcere e da una terza figura di cui non sarebbero note le generalità;
per quanto esposto, l'incontro suscita però inquietanti interrogativi, in ordine ai quali occorre che le istituzioni diano tempestiva ed esauriente risposta, anche in considerazione del fatto che al colloquio, non solo non sarebbe stato presente nessun ufficiale del GOM (Gruppo operativo mobile) reparto alle strette dipendenze del DAP, ma sarebbe stata presente una terza persona, la cui identità sarebbe allo stato sconosciuta;
dai lavori della precedente Commissione parlamentare antimafia è emersa l'esistenza di un cosiddetto "Protocollo Farfalla", consistente in un accordo segreto tra rami dei servizi segreti e l'amministrazione penitenziaria, volto a favorire rapporti diretti e riservati con mafiosi all'interno delle carceri;
considerato che:
dopo l'emanazione della circolare del DAP del 21 marzo 2020, sono improvvisamente cessate le rivolte e contemporaneamente sono stati scarcerati centinaia di mafiosi;
la circolare, emanata sabato 21 marzo, non solo non risulterebbe a firma del capo del DAP o del direttore generale della Direzione detenuti e trattamento, ma di una semplice subordinata non apicale,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo fosse informato dell'incontro di Basentini con il boss Michele Zagaria e dell'oggetto dello stesso;
se fosse informato della presenza di una terza persona all'incontro;
se possa indicare l'identità della terza persona presente all'incontro e se la stessa faccia parte o meno dei servizi;
se possa rendere noti eventuali altri incontri del capo del DAP con boss mafiosi;
se sia a conoscenza dello svolgimento di una qualche trattativa tra il DAP e i detenuti rivoltosi al fine di far cessare le rivolte nelle carceri e se sì, quale sia il contenuto e se la circolare del DAP del 21 marzo 2020 sia stata emanata a seguito di tale trattativa;
se possa riferire le motivazioni del perché sia stata una dirigente, la dottoressa Borzacchiello, anziché il direttore generale, a firmare la delicatissima circolare del 21 marzo, che ha permesso di dare il via alle scarcerazioni a numerosi e pericolosi boss mafiosi.

Commenti