Nella scia di una Interconnessione d’Intelligence Di: Pier Paolo Santi


Nella scia di una Interconnessione d’Intelligence
Di: Pier Paolo Santi

Immaginiamo di avere a che fare con un’Interconnessione particolarmente ostile e subdola, poiché uno degli attori è strutturato per rigenerarsi in essa, come in altre. Quando nel 2017 Ansar al Sharia Libia (ricordiamo in simbiosi con AST) dette comunicazione di essersi auto sciolta, fummo convinti si trattasse di un depistaggio. Un cambio di pelle se vogliamo avvalerci di un termine comune. Il tutto al fine di acquisire nuove opportunità di manovra in un contesto divenuto altamente ostile. In parte, sebbene con metodologia diversa, trattiamo del medesimo presupposto del Fronte al Nusra in Siria con i suoi cambi di sigla. ASL essendo un’organizzazione cerniera e ombrello vive le Interconnessioni come se fossero nel proprio genoma. All’epoca, si tratta di un lavoro tutt’ora in corso, decidemmo come Omcom di procedere con una serie di simulazioni per teorizzare Interconnessioni d’Intelligence create ad hoc per il contrasto verso quelle dove esisteva la possibilità che ASL e AST fossero attori partecipanti. 
Non si tratta del tema di questa pubblicazione ma permette d’introdurre il concetto di “Scia” nelle Interconnessioni d’Intelligence.
Prima alcune precisazioni:
L'articolo è un ulteriore aggiunta al "Modello di Anti-Interconnessione del gioco di interruzione" dove il lettore potrà trovare il significato che diamo d' Interconnessione d'Intelligence http://www.omcom.org/2019/08/modello-di-anti-interconnessione-del.html
e della Struttura d’Interconnessione d’Intelligence I° Parte 
http://www.omcom.org/2020/12/struttura-di-interconnessione_20.html
Ricordiamo che esistono molteplici tipologie d'Interconnessioni d'Intelligence, alcune per noi nocive, altre positive altre ancora neutre. Prendere spunto da concetti di struttura d'Interconnessioni potrebbe permetterci di crearne per contromisure verso quelle per noi nocive.
Premessa 
Trovandosi nella scia di un altro veicolo, si può evitare la resistenza determinata dall'attrito dell'aria. Si ottiene,pertanto, un vantaggio e un aumento della velocità.
Nelle gare lo si applica per arrivare ad uno scopo finale, superare il veicolo di testa. Nelle Interconnessioni d'Intelligence si potrebbe invece applicare per il raggiungimento di diversi obiettivi. 
L’Interconnessione di testa si trova ad operare (muoversi ed interagire) con un AMBIENTE che contiene uno o più contesti. Nel muoversi trova dinnanzi a se un ATTRITO.
L’attrito è già stato preso in considerazione dalla precedente pubblicazione nel mettere a fuoco l’Attore Compensatore-Guardiano: 
“Se in una sinergia duale aumenta l'Attrito (come intenso nel settore strategico e d'Intelligence con imprevidibilità dettata da multi-fattori) potrebbero emergere problematiche a cascata che danno inizio ad un collasso operativo e di singole missioni. In una interconnessione potrebbe esserci la presenza di un attore in grado di compensare, diminuire il più possibile l'attrito (divenendo de facto questo uno dei suoi ruoli).”
L’attrito comprende molte varianti che si possono trasformare in complicazioni di varia tipologia: politica, geopolitica, etnica etc. Tuttavia essendo interattivo con l’ambiente, queste potenziali complicazioni hanno la possibilità di essere convertite in opportunità, premettendo che lo stesso ambiente contempla livelli di ostile, favorevole e neutro. In verità possono fare la differenza sotto-fattori quali logistica, comunicazioni, infiltrazioni…
Una delle maggiori forme di attrito che deve affrontare un’ Interconnessioni d’Intelligence di testa sono le varie e possibili Intelligence a lui ostili o competitrici.
L’Interconnessione di testa dovrà anche adottare delle DIREZIONI (finalizzate alla traiettoria), che poi si concretizzano in scelte tattiche, operative e raramente strategiche quando quest’ultime divengono di spinta generazionale come descritto nei precedenti passaggi pubblicati:
“Un Interconnessione d'Intelligence o perfino una rete di queste sono di livello tattico o al massimo operativo e quasi mai strategico. Tra le altre lo si può spiegare per la natura instabile o "usa e getta" di alcuni attori presenti nei filamenti di questa struttura. Non vuol significare,però, che una Interconnessione non possa trasformarsi in un altra e così proseguendo fino a diventare de facto un supporto strategico guidata dall' attore più solido (la sottigliezza è tutt'altro che trascurabile). Accade di frequente. In definitiva come un passaggio generazionale d'Interconnessioni mirate per adattamenti contestuali specifici e in linea con quelli geopolitici.”
Nei prossimi approfondimenti cominceremo a trattare degli eventuali depistaggi di direzione che può effettuare un’Interconnessione di testa, sorte di manovra” Ivan il Matto” per proiettare ad esterni una traiettoria che non è quella prefissata.
“Il solo fatto di OSSERVARE un gruppo quanto lo INFLUENZA?
Domanda che assume una importanza cruciale nelle Interconnessioni d'Intelligence dove gli attori sono diversi e di diversa matrice. Possiamo pensarlo come il medesimo passaggio che hanno dovuto affrontare i fisici della meccanica quantistica: l’osservatore fa parte, pertanto, del sistema.”
Aggiungiamo, trattandosi di esseri umani: anche se non sanno di essere osservati ma ne hanno timore (cosa di norma a quei livelli).
Fin dalle prime battute si comprende che specialmente l’attore guida dell’Interconnessione di scia debba comprendere e pertanto compensare la direzione in base a quello di testa il che non è semplice poiché non si tratta di pilotare un veicolo o guidare “se stessi” (impartire disposizioni ai propri uomini): si tratta di gestire un’interconnessione di attori creata da noi ad hoc, che potrebbero essere ostili e inconsapevoli (altro futuro tema). È possibile riuscire a comprendere le direzioni dell’Interconnessione di testa applicando Humint, Osint e altre tipologie ma ritorna imperante la centralità delle previsioni di scenario che devono includere anche varianti multifattoriali. Entrare nella scia di un’altra Interconnessione, magari creandone una, è pratica,vista ovviamente dalla nostra parte, che deve richiedere un concreto utilizzo e scopo di sicurezza nazionale, prevenzione, difensivo/offensivo.
Elenchiamo, a questo punto, per sommi capi, gli scopi che possono dare un senso alla eventuale pratica legata alla scia d’Interconnessione:
a)- Frammentare, durante il percorso, l’Interconnessione di testa
b)- Seguire l’Interconnessione di testa per sostituirla al fine di individuarne altre ostili e colpire in maniera chirurgica
c)- Destabilizzare (differente dalla frammentazione)
d)- Traghettare nell’Interconnessione creata ad hoc attori dell’Interconnessione di testa per le motivazioni del punto (a);(c). In pratica l’Interconnessione di Scia è una gabbia-trappola.
Una nota importante: l’interconnessione di testa potrebbe essere anche positiva, magari fatta da attori che contrastano gruppi criminali e jihadisti. In tal caso entrare nella loro scia implica sostenerli (con la loro consapevolezza o meno, dipende dalle situazioni). Notiamo le prime sottigliezze, infatti è pratica diversa e più distaccata dell’assumere il ruolo di Attore guida-compensatore.
A questo punto del percorso di analisi necessita inevitabilmente ritornare al Dna di una Interconnessione come l’abbiamo concepita fin’anzi, alla sua struttura base che si traduce nei microfilamenti, sempre dalle nostre precedenti pubblicazioni:
“Dobbiamo visualizzarlo come un filo con due punti estremi (α1;β1) che interessano la nostra AREA di scontro…Il filo può attraversare molte aree di Stati e continenti interessati dalla interconnessione che stiamo attenzionando…. possiamo operare su tutto il filo, oppure solo su parti con stiramenti, piegature, incurvature etc. Il filo è a sua volta composta da microfilamenti. Ammettiamo di avere la possibilità di operare su ognuno di essi. I microfilamenti sono però intrecciate fra loro, pertanto corriamo il rischio che toccandone uno interveniamo anche su altri per l’effetto della sovrapposizione.”
Entrare nella scia di un’Interconnessione significa, de facto, comprenderla in tutti i suoi microfilamenti. Quando non si riesce in questo compito primario il rischio aumenta esponenzialmente, ad esempio: destabilizzando o agevolando una intera Interconnessione senza accurata analisi, rischieremo di far emergere varianti che risultino nel tempo più nocive. Esempio tipico quando un attore secondario particolarmente instabile e incontrollabile assume in seconda battuta le parti della guida. Ecco la finezza chirurgica nell’operare, quando possibile e vantaggioso, i singoli microfilamenti.
Dunque, la direzione viene a complicarsi con quelle Interconnessioni che al loro interno ospitano attori altamente fluidi e imprevedibili. Una simile presenza costringerebbe ad una continua analisi valutativa direzionale. Siamo giunti ad un altro rapporto stretto fra Ambiente e Direzione, a breve lo riscontreremo anche per la Velocità. Per simili simbiosi noteremo un paradosso, vale a dire: un’Interconnessione regionale può avere in abito geopolitico più efficacia (nel prevenire, nello stabilizzare, nel destabilizzare, nell’evolversi etc) di una Inter-regionale, continentale o inter-continentale. Ottenere una precisa conoscenza della direzione dell’interconnessione di testa evita, per le premesse appena esposte, quel fenomeno che avevamo definito associabile ”all’effetto farfalla”. Sempre da precedenti considerazioni:
“La logistica di un traffico originario dal sud America,interessato dall’interconnessione, è destinato allo scacchiere siriano ma premette una “tappa” nel Mali. Il nostro obiettivo anti-interconnessione non è fermare di per se il traffico, bensì un Attore Chiave nell’ interconnessione che vede una attività e permanenza proprio nel Mali, magari come gruppo cerniera. Se compromettiamo tutto… potremmo ottenere “l’effetto farfalla” in Siria. Ammettiamo, però, che in quel momento non possiamo creare squilibri di forza in quella regione per ALTRE motivazione d’Intelligence: COSA FARE?
Dobbiamo, in primis, tentare di SCIOGLIERE concettualmente fra loro i microfilamenti, per identificare i punti intermedi di quelli che potrebbero interagire con la nostra attenzionata, per poi RIASSEMBLARE il tutto.”
Giunti a questo punto, andiamo a conoscere due ulteriori passaggi: Velocità e Distanza. Cosa intendiamo per velocità di un’Interconnessione?
a)- Efficienza in base agli obiettivi prefissati dagli attori inseriti nell’Interconnessione
b)- Livello di coesione strutturale dell’Interconnessione (forte, debole, ambiguità etc)
Ergo:
1)- Livello d’Interesse che hanno fra loro gli attori dell’interconnessione
2)- Livello di operatività:
a)- Armamenti 
b)- Intelligence
c)- Logistica
d)- Finanziamenti e disponibilità
e)- Quante opportunità e disponibilità l’Interconnessione, messa a fuoco, offre ad altri attori esterni di entrare o semplicemente interagire
3)- Capacità di adattamento 
Nell’Interconnessione di testa il livello della velocità non determina il tipo di attrito.
La distanza fra le due Interconnessioni è determinata e regolata da quella di scia, a meno che quella di testa non si accorga dell’osservatore (ulteriore passaggio degno di future considerazioni). Il tipo di distanza, siamo ad uno dei punti cardine, corrisponde al livello di somiglianza o divergenza del linguaggio d’intelligence fra gli attori. Nella delicata fase di traghettamento fra il teorico e il pratico potrebbe essere preso in prestito il modello Gerasimov per le Interconnessioni d’Intelligence di nostro interesse (ovviamente per contrastare i nostri competitori nocivi). Potrebbe, con le opportune specifiche modifiche, essere applicato per diminuire la distanza tanto da annullarla a proprio vantaggio: portare il competitore a fare quello che desideriamo.


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