LA LEZIONE FRANCESE SULLA PRESENZA DELLE MAFIE di Giuseppe Lumia



La notizia degli  scontri di gruppi mafiosi in Francia non va ignorata o sottovalutata.

Armati sino ai denti,  si sono affrontati i mafiosi “arabi” e i mafiosi “ceceni”.  Chi volesse  sapere di più sulla dinamica dei gruppi e degli scontri potrebbe  leggere quanto scritto da Salvatore Calleri della Fondazione Caponnetto al seguente link: www.omcom.org/2020/06/guerra-in-corso-in-francia-tra-gruppi.html?m=1

C’è una lezione da trarre? A ben riflettere sì, anzi più di una!

1.  *La prima lezione: l'Alta Integrazione  oltre che giusta conviene*.

Le mafie e i gruppi etnici che si radicano nelle città d’Europa "covano" al loro interno strutture mafiose in grado di fornire ai propri connazionali identità, senso di appartenenza, denaro e potere. Le democrazie sempre più arrancano nel garantire una sana integrazione. I valori occidentali sono in piena eclissi nel loro significato, per cui non hanno più la storica capacità attrattiva. Il disagio sociale e la crisi urbana del _welfare_ arrecano  danni su danni. Lasciare le città, e in particolare i quartieri popolari, in balía di povertà e disagio è terreno fertile per le mafie anche a carattere etnico.
Integrare, quindi, è giusto e conviene. Ma dobbiamo pensare e progettare l’Alta Integrazione, quella che migliora  concretamente il volto urbano dei quartieri  attraverso servizi di qualità, che produce  benessere sociale e ambientale, diffuso e inclusivo. È una lezione per la Politica, naturalmente. Le culture progressiste devono recuperare la loro storica capacità di dare cittadinanza e dignità all’essere umano in quanto tale, qualunque sia la sua provenienza e storia. Le culture populiste devono capire che lasciar "marcire" il contesto sociale genera solo mostri da cui non sarà poi facile liberarsi.

2.* La seconda lezione: la Sicurezza  è una risorsa delle democrazie.*

Sottovalutare la domanda di Sicurezza  in genere è un errore. Con le mafie poi non si scherza! Non esiste giustificazione sociale che tenga: le mafie sono un male in sé; le democrazie devono comprendere che con esse non si può convivere, vanno solo eliminate. La Sicurezza  va pertanto elevata a diritto di rango costituzionale, un diritto di nuova generazione, da curare con intelligenza in modo da scongiurare  la caccia al diverso o qualunque forma di discriminazione sociale o razziale. La Sicurezza, piuttosto,  deve rappresentare  una risorsa vitale per crescere in uguaglianza e libertà. Anche questa è una lezione per la Politica: sia per i progressisti, affinché investano di più nella Sicurezza  sana e democratica, sia  per i populisti, affinché non usino questo tema per scatenare conflitti sociali.

3. *La terza lezione: l’Europa deve rompere gli indugi e investire sugli Stati Uniti d’Europa*.

I singoli Paesi di fronte alle mafie sono perdenti. I boss si muovono con una facilità estrema e stanno  in rete. Le mafie italiane, come quelle operanti  in Francia, Spagna, Germania, Belgio, Olanda sono radicate dappertutto. Solo un assetto Federale unitario può consentire di organizzare una efficace strategia di liberazione dalle mafie e dai sistemi di collusione sociale, economica e politica. Questa lezione la politica deve impararla sul serio e al più presto: i progressisti devono mollare l’ancora per compiere questo ulteriore e decisivo passo, senza più trincerarsi nella difesa dell’attuale e superata Unione Europea; i populisti devono mettere da parte il nostalgico e irrealizzabile ritorno  al passato nelle diverse forme di nazionalismo, che rischiano  di produrre  solo progetti sterili o, se attuate, di generare guerre e drammi terribili per l'umanità.

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