DOVE e QUANDO gli apparati investigativi devono infiltrarsi nei gruppi a rischio jihadismo (terrorista) presenti in Europa? Di: Pier Paolo Santi










La risposta più ovvia sarebbe tra i gruppi esistenti (e nella maggior parte dei casi deve essere questa la scelta) ma potrebbe esserci un ulteriore “via  investigativa”.  Si tratta di un percorso inverso o, se visto da un particolare tipo di convertito jihadista, iniziale. Un dato rilevato nell’analisi dell’attuale fase jihadista-terrorista è che spesso nei curriculum dei  “convertiti” è  presente un passato CRIMINALE. I tre schemi proposti sono, pertanto, da inquadrare solo come un'eventualità su altre varianti che vede un eventuale convertito non solo mantenere i rapporti con il suo gruppo criminale ma usare questo per una ibridazione criminale-jihadista terrorista. Strutturare schemi con questa e altre varianti, potrebbe servire per contribuire a tracciare una sorta di “modello” per AFFRONTARE e PREVENIRE LA MINACCIA ma soprattutto localizzare IL DOVE E QUANDO di una eventuale fase di infiltrazione-controllo da parte degli investigatori. Ripetiamo:in questo caso, quando si ha l'indizio che anche in un piccolo gruppo criminale potrebbe esserci un convertito. In linea teorica è più semplice infiltrare (oppure trovare una fonte, nota1) in un piccolo gruppo criminale (ancora in fase embrionale per diventare altro) che in uno jihadista terrorista (maturo) dove aumenta il controllo interno (anche se sempre inserito nel circuito criminale).


Nota (1) https://osservatoriomediterraneosullamafia.blogspot.com/2019/10/fonti-infiltrati-e-talpe-nelle.html


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