È stata arrestata questa mattina una diciannovenne italo kosovara risultata coinvolta in attività terroristiche a favore dell’Isis. L’operazione antiterrorismo si è svolta a Milano dopo un’indagine della Digos che ha consentito, a settembre scorso, di effettuare una perquisizione alla giovane, appena rientrata a Milano dal Kosovo.
Secondo le indagini, la giovane radicalizzata dall’età di 16 anni e fervente sostenitrice dell’autoproclamato stato islamico, ha sposato recentemente in Germania un miliziano di origini kosovare con cui è rimasta in contatto in questi mesi; l’uomo risulta collegato all’attentatore di Vienna.
La perquisizione ha consentito di reperire elementi determinanti circa il coinvolgimento della ragazza nei circuiti radicali di matrice jihadista; nel suo telefono, sono stati individuati manuali per l’addestramento, contenuti audio e video fotografici esaltanti il Daesh, inoltre sono state trovate oltre 2mila chat che confermano il suo ruolo propagandistico nell’ambito di un “network femminile”: la giovane sosteneva ideologicamente mogli di detenuti per fatti di terrorismo o mogli di combattenti prevalentemente riconducibili alla formazione terroristica.
A riprova della sua funzione di arruolamento e proselitismo tra le chat anche quella tra l’indagata e una ragazza kosovara in via di radicalizzazione; l’arrestata non solo fornisce l’appoggio sulla scelta di un marito con “capelli lunghi e barba” insieme al quale morire da martire, ma cerca anche di rafforzare il percorso di fede della 16enne che sogna di celebrare un matrimonio “bagnato con il sangue dei miscredenti”.
Tra il materiale sequestrato c’è anche una registrazione audio in cui la giovane si esibisce in un “Nasheed”, un canto a cappella popolare nel mondo islamico, che rivendica una condizione di assoluta sottomissione ai principi del Califfato con contestuale esaltazione del defunto leader Abu Bakr Al Baghdad; in tale canto la stessa manifesta la propria disponibilità al martirio.
La giovane, in altre foto, sottolinea ulteriormente la propria appartenenza al Daesh, esibendo con fierezza i simboli dell’Isis.
L’operazione è stata condotta dalla Digos di Milano e della Direzione centrale della polizia di prevenzione ed è stata diretta dalla Sezione distrettuale antiterrorismo della Procura di Milano e con la collaborazione di Europol.
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