Associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti Palermo - Eseguiti 8 decreti di fermo, altre 15 persone denunciate, effettuate 17 perquisizioni locali.

 


E’ stata eseguita una vasta operazione antidroga nell’ambito di un’attività investigativa, che ha portato al fermo di indiziati di delitto, disposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia palermitana, nei confronti di 8 soggetti che gestivano il mercato dello spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina e hashish nei noti quartieri di Ballarò e Vucciria.

Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo sulla scorta dei gravi indizi di reato raccolti dai baschi verdi del Gruppo Pronto Impiego di Palermo alla luce anche del concreto pericolo di fuga di alcuni degli indagati e della quotidiana reiterazione dei reati perpetrati.

Oltre 100 finanzieri impegnati dalle prime luci dell’alba nell’esecuzione di 17 perquisizioni locali effettuate tra Palermo e Villabate nei confronti delle 8 persone colpite dal provvedimento restrittivo e condotte in carcere, ma anche di una serie di soggetti a loro collegati a vario titolo, la cui posizione è ancora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.

La complessa indagine ha disarticolato un sodalizio criminale strutturato in forma gerarchica piramidale, dove ognuno dei componenti aveva ruoli e compiti ben precisi.

Due i soggetti al vertice dell’organizzazione che, con l’avallo del mandamento mafioso di riferimento, si occupavano di far arrivare la cocaina e l’hashish a Palermo da consolidati canali di approvvigionamento, con i quali poi trattavano direttamente prezzo, quantità e qualità.

L’organizzazione si è avvalsa anche di alcuni consociati già sottoposti a misura cautelare, infatti gli stessi, una volta acquistata la sostanza, pur sottoposti agli arresti domiciliari, erano deputati a ricevere le chiamate degli acquirenti e, come in una sorta di control room, a smistare successivamente gli ordini ai pusher di strada, facendo da raccordo tra le parti e fornendo tempistiche precise agli acquirenti sugli appuntamenti per le consegne.

Singolari poi le modalità di consegna degli “ordini” emerse nel corso delle indagini, una sorta di drug delivery: i pusher, una volta attivati, utilizzando motorini o biciclette elettriche fornite dall’organizzazione, travestiti da rider e indossando zaini di una nota piattaforma di delivery, esattamente come se stessero trasportando pizze o altro cibo da asporto, consegnavano stupefacenti ai clienti praticamente in tutta Palermo fino a Mondello, sottraendosi così al pericolo di essere sottoposti a controllo.

I “rider”, inoltre, per ridurre comunque al minimo il pericolo di essere fermati e arrestati con quantitativi rilevanti, si spostavano da un luogo all’altro della città con poche dosi al seguito aumentando il numero di viaggi. Ciò era reso possibile anche dalla disponibilità di diverse basi logistiche sparse per la città dove custodire le dosi per lo spaccio quotidiano.

Tra i soggetti colpiti dal provvedimento, appartenenti alla criminalità radicata nel quartiere di Ballarò e in grado di muovere importanti quantità di sostanza stupefacente, anche un esponente di spicco della mafia nigeriana. Già noto per i medesimi ma anche altri gravi reati, lo stesso era già stato arrestato nel gennaio 2024 sempre dai baschi verdi per aver tentato la fuga, con tanto di passaporto falso, in un altro Paese dell’Unione Europea al fine di sfuggire a una probabile e imminente condanna in via definitiva.

L’organizzazione, così strutturata, si serviva inoltre anche di persone incensurate e insospettabili per custodire sia la sostanza stupefacente da vendere che il denaro provento dello spaccio. Uno dei “custodi” dello stupefacente, il mese scorso, a seguito di perquisizione domiciliare effettuata dai baschi verdi, era stato arrestato in quanto trovato in possesso di 1,5 kg di hashish oltre a tutto l’occorrente per la suddivisione in dosi, poi risultato incensurato.

Sono stati individuati anche ulteriori luoghi utilizzati dai capi della consorteria criminale per nascondere i proventi dell’attività illecita. Le banconote, raccolte in mazzette da 1.000 euro, venivano sigillate in buste sottovuoto e poi consegnate per la custodia a persone di fiducia incensurate, anch’esse, come i custodi dello stupefacente, fuori dal mondo dello spaccio.

Ingenti i guadagni del sodalizio criminale con lo spaccio quotidiano, organizzato su tre turni di lavoro, in maniera tale da coprire l’intero arco della giornata.

A volte, le richieste erano così numerose che gli associati non riuscivano neanche a soddisfare le stesse che arrivavano quotidianamente, tanto che gli “addetti alla control room” svolgevano turni anche di 20 ore su 24 per organizzare e gestire almeno 100 cessioni quotidiane di sostanza stupefacente, per un guadagno di oltre 3.000 euro al giorno. Solo nell’arco temporale dell’attività investigativa effettuata sono state registrate cessioni di cocaina e hashish per oltre 700.000 euro.

Si evidenzia che il provvedimento cautelare in argomento è stato emesso sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare; pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.


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